Cosa fa
“MOMENTI DI VITA, MOMENTI DI SCUOLA”
Cascina Gaeta ebbe origine verso i primi del 1700, ad opera dei Borromeo, conti del territorio di Cesano Maderno, i quali, per sfruttare le loro terre edificarono una cascina meglio identificata come ”Corte Seconda” ed in seguito fu realizzata la Corte Gaeta, un grosso edificio con annesse stalle, sita in un territorio dove forse esisteva una cava di sabbia (che anticamente si chiamava appunto Gaeta). La popolazione che ci viveva era all’incirca di 100-120 persone che nel tempo è aumentata.
STORIA DELLA SCUOLA
“La realtà è il risultato della storia di ciascuno di noi.
Questa storia rinnova il nostro vivere quotidiano”.
Le radici della scuola “Alessandra Negri” affondano nella delibera rilasciata dalla Giunta Municipale del Comune di Cesano Maderno in via d’urgenza con art. 140 T.U. del 4-02-1915 n°148 con data del 31 maggio 1948 con oggetto: costruzione di un edificio scolastico in frazione Cascina Gaeta – approvazione del progetto.
La delibera ha dato via ai lavori di costruzione su un’area di proprietà interamante donata dalla Contessa Maria Luisa Borromeo Besana, residente a Milano, in via Sforza, 14.
A tale provvedimento si allegano varie certificazioni e documenti, contratti per appalti, preventivi per spese di costruzione e finitura e per l’ acquisto dell’ arredo scolastico…
In data 20 luglio 1949, una comunicazione del sindaco Comm. Giovanni Donghi avvisa il Provveditore agli Studi di Milano che è stata posta la prima pietra del nuovo edificio scolastico.
Dagli atti ufficiali è emerso che la nuova costruzione è stata finanziata con fondi statali a sollievo della disoccupazione per la somma di Lire 9.500. 000; e per la differenza è stato chiesto il concorso dello Stato nel pagamento degli interessi (legge Tupini) di L. 20 500 000.
A ultimazione dei lavori, con nota N° 16509 in data 2 agosto 1950 del Provveditorato Regionale alle OO.PP. per la Lombardia, fu incaricato il Dott. Ing. Francesco Raineri, Ispettore Capo Superiore a riposo delle Ferrovie dello Stato ad eseguire la visita di collaudo che venne attuata in data 2 settembre 1950.
Nell’archivio scolastico della direzione sono stati recuperati i primi registri da cui possiamo evincere che l’anno scolastico che inaugurò l’esordio del nuovo plesso fu il 1950/51 con la dirigenza del Direttore Didattico Finzani Eligio e con la formazione di tre classi così composte:
classe I e II miste abbinate – insegnante suor Teresa Bona
classe III mista – insegnante suor Teresa Bona
classe IV e V miste abbinate – insegnante suor Laura Monnis
Tra le carte si trovano anche i registri degli anni successivi da cui si può dedurre che da quell’anno la scuola ha funzionato sempre ininterrottamente. Si trovano anche i nomi di alcune insegnanti:
TESTIMONIANZE
Poiché non c’è in archivio materiale fotografico si è cercato di chiedere testimonianze alle persone del luogo, le quali hanno fornito foto personali dei vari gruppi classe e hanno datodichiarazioni molto interessanti che spiegano chiaramente come si svolgeva la giornata scolastica.
INTITOLAZIONE
L’ 8 giugno 2001 la scuola di Cascina Gaeta ha festeggiato i suoi primi 50 anni di esistenza, durante la cerimonia è stato dato l’annuncio dell’ intitolazione del plesso che è stato “Alessandra Negri” in ricordo di un’ex alunna della scuola scomparsa all’ età di soli quindici anni, lasciando ai suoi amici un bellissimo ricordo di sé e ai suoi compaesani il ricordo della sua forza d’animo e della sua partecipazione intensa alla vita locale.
Alessandra è nata il 13 gennaio 1969 e la sua infanzia è stata come quella di tante ragazze del quartiere di Cascina Gaeta a Cesano Maderno.
Dal suo diario:
“…sono un po’ timida, ma sempre allegra e aperta all’amicizia. Sono una ragazza di 13 anni, alta, con i capelli biondi e gli occhi verdi…. solitamente il mio umore è buono, ma in certi casi (raramente, per fortuna!) basta una sciocchezza per farlo diventare pessimo. …mi piace stare con gli altri in sana compagnia…con gli estranei sono riservata, ma non chiusa, infatti, qui al mio paese, non manco mai di salutare una persona, anche se la conosco solo di vista. Insomma, gli altri per me sono molto importanti, arricchiscono la mia vita, perché come farei senza qualcuno che si preoccupa di me e mi vuole bene? A volte, quando sono giù, basta perfino che una persona mi saluti per rimettermi di buon umore……. le persone che mi hanno aiutato a superare i momenti burrascosi sono stati i miei genitori, i quali mi hanno sempre consigliata, mi hanno seguita quando dovevo prendere delle decisioni….certo, è difficile crescere, se si intende non solo diventare alti, ma responsabilizzarsi, maturare, la vita è un’avventura meravigliosa, però anche dura, ma non sono sola a percorrere questo cammino… ”
Alessandra crescendo, si accorge di cambiare e dimostra la sua grande responsabilità dovunque: in famiglia, a scuola e con i suoi amici della comunità parrocchiale.
“…il tempo cambia le cose…amare significa donare gratuitamente e quindi essere amici. A me che sono ancora una ragazzina, potrebbero sembrare a prima vista parole grandi, difficili, ma se si applicano alla vita di ogni giorno diventano semplici e alla portata di ognuno.
Nella mia vita di scolara, figlia, sorella, donare può avere milioni di significati e altrettanti sbocchi per manifestare il mio amore. A scuola potrei dedicare un po’ di tempo a qualche ragazza che forse ha bisogno di parlare; sopportarne qualcun’altra che forse mi è antipatica; non borbottare di qualche osservazione fattami dall’insegnante. a casa potrei essere più disponibile…”
Purtroppo però la vita ad Alessandra riserva delle sgradite sorprese: viene ricoverata in ospedale ed operata. Ma non si perde d’animo…
Aveva appena compiuto 11 anni quando è entrata per la prima volta in ospedale a Milano, all’Istituto Neurologico C.Besta, per subire il suo primo intervento.
Dimessa dall’ospedale, Alessandra torna a casa e con l’entusiasmo di sempre continua la sua vita quotidiana in tutti i suoi aspetti: casa, scuola, oratorio, vacanze…
“…certo, non é stato facile accettare di entrare ancora in ospedale e di essere ancora operata, anzi, inizialmente mi sentivo diversa…avrei voluto morire….in seguito invece, soprattutto grazie a mia madre, ho riscoperto quanto sia bella la vita anche se piena di difficoltà…poi ho capito una cosa grande, a cui forse non avevo mai pensato seriamente: l’Amore, quello vero, non ha confini né limiti, per cui le mie potenze d’amore non vengono diminuite da quello che mi è successo e se qualcuno mi vuole veramente bene non troverà un ostacolo in quello che mi é capitato…”
Tutto faceva sperare bene…ma nel dicembre 1983 il ricovero si protrae per più tempo…finché Alessandra viene riportata a casa e, dopo pochi giorni, il 4 aprile 1984 celebra la sua Pasqua.
La sua breve vita rivela un cammino di viva esperienza di fede e costituisce una straordinaria testimonianza perché tanti adolescenti e giovani imparino a vivere la propria età, dentro questa complessa realtà sociale, in pienezza nella fortezza e nel coraggio anche durante le prove e la sofferenza.
“…la vita è tutta un rischio, altrimenti se ogni cosa fosse facile, non ci sarebbero più problemi, la vita perderebbe il suo gusto, il domani non sarebbe più un mistero cui guardare con gioia, ma anche con incertezza e paura. Bisogna avere coraggio di affrontare questi rischi; a volte anche pestando il naso contro un muro; non bisogna scoraggiarsi, chiudersi i se stessi per paura di azzardare; perché la vita sarebbe come – una barca che anela al mare eppur lo teme – “
Organizzazione e contatti
Via Monte Zebio, 8 , 20811 – Cesano Maderno, (MB)